Che brividi!!!
L' Auditorium di Ravello, un' opera di grande pregio progettata dal celebre architetto brasiliano Oscar Niemeyer, costata 16 milioni di euro e inaugurata nel gennaio 2010, non riesce a decollare. E' sottoutilizzata.
E' al centro di polemiche di carattere ambientale, ha già avuto controversie gestionali, l'Unione Europea dopo un anno dalla sua inaugurazione ha chiesto come mai nel 2010 sono stati programmati solo due concerti.
E già strutturalmente dà segni di cedimento: crepe, intonaci sbriciolati, fessure, muffe e macchie di umidità.
Eppure si trova in una posizione da sogno, affacciato sulla costa amalfitana.
E Ravello non è una città qualunque: è meta turistica, ha monumenti importanti, vanta da sempre visitatori illustri del mondo artistico, cinematografico, politico, culturale, musicale. Fu frequentata da Verdi, Toscanini e Wagner a cui è dedicato l'annuale Ravello Festival. E' Patrimonio dell'Umanità dal 1996. Era già nota ai tempi di Boccaccio.
E il suo Auditorium è sorto col preciso intento di divenire luogo privilegiato per grandi eventi, per ospitare spettacoli, congressi, seminari, per alimentare la cultura giovanile. Doveva essere uno straordinario "volano" di qualificazione e di sviluppo.
Al momento non si rivela quello che si pensava. Per ora è un'occasione mancata. Il Comune ce la sta mettendo, ma pure la crisi, anche quella culturale, ci mette del suo, per cui gli sponsor privati nicchiano, i finanziamenti mancano e l'uso che se ne fa è solo sporadico.
Nel frattempo è oggetto di interrogazioni parlamentari. Il futuro è incerto.
Il timore: spreco di denaro pubblico, la solita cattedrale nel deserto.
Basta. Ci sentiamo una via di mezzo tra un gufo e un corvaccio.
Non vogliamo infierire su certe ipotetiche impressionanti analogie Centro Eventi-Auditorium per scaramanzia.
Ma ci vien male al solo pensiero di una simile prospettiva, soprattutto se rapportata ai sacrifici a cui siamo sottoposti come cittadini.
Ma va là, superiamo lo sconforto, l'amministrazione Zacchera ha gli attributi!